Uomo politico e studioso italiano. Conseguita
la laurea in Ingegneria idraulica all'università di Torino nel 1847, si
perfezionò in seguito all'Ecole des mines di Parigi. Rientrato in Italia,
fu professore di Geometria applicata alle arti presso l'Istituto tecnico di
Torino (1852) e, dall'anno successivo, professore sostituto di Matematica
all'università di Torino. Nel 1860 iniziò la carriera politica con
l'elezione a deputato nel collegio di Cossato (Biella); sostenitore del
controllo dello Stato sulla Chiesa, si affermò in breve come uno dei
più autorevoli esponenti della Destra costituzionale. Tipico
rappresentante della classe media imprenditoriale, dotato di un alto senso dei
doveri civici e indifferente a ogni rischio di impopolarità,
S. fu
tra i più abili successori di Cavour e tra i politici più
consapevoli dei sacrifici economici necessari a sostenere le spese della
formazione del nuovo Stato italiano. Nel 1861 fu segretario generale
all'Istruzione pubblica nel ministero Cavour; morto Cavour e costituitosi il
Governo Rattazzi (1862), fu nominato ministro delle Finanze e impostò un
rigido programma economico, che tuttavia non poté essere applicato per la
caduta del Governo. Riottenuto l'incarico nel Governo Lamarmora (1864-65), fu
costretto a dimettersi nel dicembre 1865. La Camera, infatti, aveva respinto il
piano con cui
S. intendeva sanare il deficit nazionale, che tra le varie
imposizioni indirette comprendeva la celebre e contestata tassa sul macinato.
Chiamato a reggere nuovamente il ministero delle Finanze nel Governo Lanza
(1869-73),
S. impostò una severa politica restrittiva allo scopo
di conseguire il pareggio del bilancio, non esitando a ricorrere a provvedimenti
impopolari. Tra l'altro, contro il parere dello stesso primo ministro e
ignorando la forte opposizione della Sinistra, decise il ripristino dell'imposta
sul macinato, già previsto nel programma economico del 1862 e che era
stata causa di numerose rivolte prima di essere abolita. Essa presentava il
grande vantaggio di poter essere facilmente applicata e di rendere difficili le
evasioni, tanto che
S. prevedeva di ottenerne un forte gettito. L'imposta
fu approvata ed entrò in vigore nel gennaio 1869, provocando
immediatamente sanguinosi disordini in tutto il Paese. Sin dal 1867
S.
aveva presentato alla Camera un ordine del giorno che proponeva la proclamazione
di Roma a capitale d'Italia. Nel 1870, allo scoppio della guerra franco-tedesca,
si pronunciò contro l'intervento a favore della Francia e fu tra i
più convinti sostenitori dell'occupazione di Roma e di un trasferimento
immediato del sovrano in città, al fine di renderla effettiva capitale
del Regno. Conquistata Roma,
S. dedicò particolare cura alla sua
ristrutturazione urbanistica e al suo rinnovamento culturale. Negli anni
successivi collaborò con Minghetti e svolse un ruolo primario per il
riscatto delle ferrovie dell'Alta Italia (Convenzione di Basilea, 1875). Nel
1881, caduto il Governo Cairoli, fu incaricato dal re di costituire il nuovo
Governo, ma, di fronte all'opposizione di vasti settori della Sinistra e del
Centro, rinunciò all'incarico e fu sostituito da Depretis.
S. fece
inoltre parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Sicilia (1867) e
sulla Sardegna (1869). Gli impegni politici non gli impedirono mai di continuare
a dedicarsi agli studi: partecipò al primo Congresso Internazionale di
Geologia tenutosi a Parigi nel 1878, tre anni dopo fondò con G. Capellini
la Società Geologica Italiana. Il suo contributo alla geologia è
costituito da numerosi lavori, fra i quali:
Quadro delle forme cristalline
dell'argento rosso,
del quarzo e del calcare (1856),
Studi sulla
mineralogia sarda fatti nel 1855 (1857),
Sulle proprietà
geometriche di alcuni sistemi cristallini (1858),
Sulle forme cristalline
di alcuni sali di platino e del boro adamantino (1858). A
S. si
devono inoltre la compilazione della carta mineraria della regione, la
costruzione a Biella della prima scuola professionale italiana (1869),
l'istituzione a Roma della nuova sede dell'Accademia dei Lincei (di cui fu socio
nazionale dal 1872 e presidente dal 1874), all'interno della quale promosse la
costituzione della Classe di scienze morali, storiche e filologiche.
Appassionato di montagna, partecipò alla prima ascensione italiana
del Monviso (1863); scalò successivamente il Cervino (1877) e il Monte
Bianco (1879). Insieme a B. Gastaldi fondò nel 1863 il Club Alpino
Italiano, di cui fu presidente nel 1876 (Sella di Mosso, Biella 1827 - Biella
1884).